lunedì 5 dicembre 2011

Conferenza del 2/12/2011 di Luca Di Tolve: audio e video

Proponiamo l'audio e il video integrale della serata con Luca Di Tolve, conclusasi purtroppo in modo tempestoso per ragioni non dipendenti dagli organizzatori. Anche chi non era presente potrà ascoltare la toccante testimonianza di Luca e farsi un’idea su come siano andate le cose.
Ringraziamo di nuovo Luca e sua moglie Terry per la disponibilità e la simpatia dimostrate nei nostri confronti, sinceramente e totalmente ricambiate.

Scarica l’audio della conferenza di Luca Di Tolve preceduta dall’introduzione di padre Immacolato Acquali e della dottoressa Chiara Mantovani

Ascolta con il player










domenica 4 dicembre 2011

Comunicato stampa

A tutte le testate giornalistiche e a tutti gli interessati,
come Centro culturale “Amici del Timone” di Ferrara vorremmo mettere in chiaro, dopo tante illazioni, quello che è veramente accaduto in occasione della conferenza di Luca Di Tolve lo scorso due dicembre.
Eravamo a conoscenza del fatto che l’argomento, toccando un nervo scoperto, avrebbe suscitato qualche malcontento e qualcosa di più, viste aggressioni, chiese profanate, incipienti ‘frocessioni’, insulti durante i gay pride e nella vita di tutti i giorni.
Quindi ci siamo attivati quasi un mese prima dell’evento per concordare con le istituzioni (Digos) la messa in sicurezza del sito, sede del futuro evento, per l’appunto il cinema-teatro Santo Spirito; servizio coadiuvato, con il placet della Questura, da personale fidato.
Puntuale arriva il comunicato di Arcigay-Arcilesbica “Circomassimo” che lancia un appello attraverso le testate giornalistiche anche online (le stesse che a favor nostro non avevano pubblicato nulla) ,ad assembrarsi davanti all’ingresso del cinema per impedire, con un picchetto, l’ingresso degli interessati alla conferenza.
Ce l’aspettavamo.
Fatti sfilare Di Tolve e consorte da un altro ingresso, “mostriamo bandiera” ai manifestanti esponendo il nostro personale (regolarmente fotografato) ; apriamo il portone principale e la serata ha inizio.
Tutto procede normalmente per la durata della conferenza, con solo qualche borbottio di malumore e un fugace passaggio di una fiammeggiante Lady Gaga 2 alla riscossa.
Avevamo deciso, per evitare i soliti proclami (che assieme al blocco delle entrate e all’interruzione della conferenza erano gli obbiettivi di Arcigay: N.B. buca tutti e tre) stile Grillini a Sanremo, di fare scrivere le domande che gli interessati avrebbero voluto porre su fogli da noi forniti. Il motivo, oltre a quello sopracitato, era anche questo: l’argomento, molto “intimo” avrebbe inibito qualcuno nel parlare allo scoperto. Il sistema garantiva il facoltativo anonimato (lo usa anche lo psicologo Crepet). Però questo sistema impedisce anche la lettura di proclami. Per tutta risposta a un certo punto è iniziato lo starnazzamento di protesta. Da notare che l’utilizzo di fogliettini per le domande era stato annunciato prima che Luca Di Tolve cominciasse a parlare. e quindi chi non era d’accordo aveva la piena libertà di uscire dalla sala e trascorrere la serata in altro modo.
Tutto è finito lì, un fallimento per Arcigay-Lesbica, che si erano proposti ben altre cose; per loro è una cosa inconcepibile che degli ‘inquisitori medioevali’ traboccanti di ‘omofobia talebana’ siano riusciti a portare a termine una cosa del genere, nonostante le loro intenzioni.
D’altronde era prevedibile: un circo, sia pure Massimo, ha sempre una percentuale di saltimbanchi.
Il video a bassa risoluzione della serata è già disponibile in rete e presto verranno messi in rete audio e video ad alta risoluzione. Ognuno potrà così farsi un giudizio.
Un’ultima cosa: sapete che cosa più mi ha colpito nella serata ? Che mentre Luca Di Tolve narrava dell’agonia di un suo più che amico, tra sofferenze atroci, a causa dell’AIDS e delle sue complicanze, almeno due file di quelle belle persone sghignazzavano. Questo non è normale, è da ricovero psichiatrico.
Però una buona nota: abbandonando l’atteggiamento urlatorio ci si è poi frazionati in gruppetti, e il dialogo che ne è scaturito è stato molto bello, a tratti persino commovente, non solo con i frati ma anche con noi ‘talebani’.
CHE SIA QUESTA LA STRADA GIUSTA ??
Ultimissima cosa: alcuni ragazzi di Arcigay, forse per scherzo,mi hanno invitato nella loro sede; se mi verrà rinnovato l’invito andrò sicuramente, a cuore aperto, per incontrare i cuori di altri Figli di Dio.

Giulio Melloni
CENTRO CULTURALE “AMICI del TIMONE” di Ferrara.

sabato 3 dicembre 2011

"E alla fine ci siamo messi a parlare con i frati e la situazione si è calmata"

La dichiarazione dei contestatori secondo La Nuova Ferrara.
Guarda la registrazione
Quello che non viene detto è che è stata la preghiera corale, che normalmente viene detta all'inizio ed alla fine degli incontri, ad avere un effetto calmierante su una situazione incandescente:prima il caos poi, immediatamente dopo l'Ave Maria corale, la calma misteriosamente giunta. La potenza della preghiera a Maria quindi ha avuto qui una conferma pubblica e condivisa. Ma il punto principale rimane la presenza delle forze dell'ordine pubbliche e volontarie senza le quali la distensione finale non ci sarebbe stata. Un grazie da tutti noi quindi a Polizia, Carabinieri e all'eccellente servizio d'Ordine Volontario che ha accolto la nostra richiesta di protezione.


Il quotidiano La Nuova Ferrara presenta in prima pagina l'evento degli Amici del Timone di Ferrara







Luca DiTolve: ero gay, il rosario mi ha salvato

Guarda la registrazione
Soltanto una massiccia presenza di polizia e carabinieri nonché dei volontari del servizio d'ordine ha permesso a Luca Di Tolve di svolgere la conferenza in programma. Quando si toccano certi temi, solo così è possibile riuscire a manifestare il proprio pensiero. Ieri Luca ci è riuscito. Grazie da tutti noi.



domenica 20 novembre 2011

Prossima diretta Web: Luca di Tolve a Ferrara


Il protagonista della nota canzone di Povia sarà a Ferrara Venerdì 2 dicembre prossimo e l'evento sarà trasmesso in diretta internet su www.amicideltimoneferrara.it
Racconterà come attraverso l'incontro con Maria a Medjugorie ha trovato se stesso e una nuova vita.
L'evento è stato organizzato da Frati Francescani dell'Immacolata,
Alleanza Cattolica, Amici del Timone di Ferrara , Rinnovamento nello Spirito Santo, Forum San Maurelio.

venerdì 4 novembre 2011

ANNALISA COLZI: COME SATANA CORROMPE LA SOCIETA'


Annalisa Colzi: Come Satana corrompe la società - Guarda la registrazione web dell'evento


Circa 180 persone hanno assistito alla conferenza di Annalisa Colzi tenuta Venerdì 4 Novembre 2011 al Teatro di Santo Spirito di Ferrara.

Introduzione


Prima parte


Seconda parte



lunedì 24 ottobre 2011

Conferenza di Annalisa Colzi del 4-11-2011: “Come satana corrompe la società”

Venerdì 4 novembre 2011 ore 21, Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara
Annalisa Colzi: Come satana corrompe la società
Diretta Web su http://www.amicideltimoneferrara.it/
Locandina scaricabile qui (PDF)

giovedì 13 ottobre 2011

Conferenza del 7/10/2011 di Introvigne sulle persecuzioni patite dai cristiani: guarda e ascolta

Ringraziando ancora il professor Introvigne, Renato Cirelli, i Frati Francescani dell’Immacolata, la parrocchia di Santo Spirito e tutti coloro che hanno reso possibile questa interessantissima conferenza, la mettiamo a disposizione di tutti gli internauti.

Presentazione di Renato Cirelli e conferenza di Massimo Introvigne (ascolta con il player o scarica).


Il professor Introvigne risponde alle domande del pubblico (ascolta con il player o scarica).








Video integrale:prima parte

Video integrale: seconda parte

mercoledì 28 settembre 2011

Inizia il ciclo di conferenze organizzato da associazioni amiche del Timone GUARDA LA DIRETTA


GUARDA LA DIRETTA

Alcune associazioni cattoliche ferraresi, unite attorno alla nostra rivista di apologetica "Il Timone", offrono alla città una serie di conferenze ospitate, nel teatro di Santo Spirito, dalla Parrocchia e dai Francescani dell'Immacolata che da un anno la reggono. Il percorso
inizierà venerdì 7 ottobre alle ore 21 con un ospite di eccezione: Massimo Introvigne, il noto sociologo direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni, quest'anno rappresentante dell'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per la lotta all'intolleranza e alle discriminazioni contro i cristiani.
Proprio in questa veste Introvigne parlerà di un tema davvero scottante: la persecuzione dei cristiani nel mondo. I dati statistici dicono che in tutto il mondo sono cristiani tre quarti delle persone perseguitate e discriminate per la loro fede e che, come ha ricordato anche il Papa recentemente, tutte queste violenze contro i cristiani sono da una parte le violazioni della libertà religiosa più diffuse e gravi nel mondo, dall'altra quelle di cui si parla meno e meno conosciute.
Questi crimini contro i cristiani sono commessi principalmente in Africa e in Asia ma sono in preoccupante aumento anche in America ed Europa: violenze e aggressioni, fino all'omicidio, contro sacerdoti e religiosi e soprattutto attacchi alle chiese e ai cimiteri. Una statistica della Gendarmeria francese afferma che una volta ogni due giorni in Francia è attaccata una chiesa cattolica o un cimitero con profanazioni, distruzioni o gesti vandalici.
«E' necessario — scrive Introvigne in un suo recente articolo — diffondere presso l'opinione pubblica internazionale la consapevolezza di una doppia emergenza: la prima è la vera e propria persecuzione sanguinosa dei cristiani in numerosi Paesi con omicidi, stupri, torture; […] la seconda è quella dell'intolleranza e discriminazione contro i cristiani in Occidente. Nessuno vuole paragonare le torture o gli omicidi in Africa o in Asia con i tentativi laicisti di emarginazione del cristianesimo dalla vita sociale in Europa o le campagne di ridicolo e ostilità contro la Chiesa di alcuni media occidentali. C'è tuttavia, come spiega il Papa, un effetto piano inclinato. "Nemo repente fit pessimus", insegnava san Bernardo (1090-1153): non si arriva subito al peggio. Si comincia con il ridicolo e la discriminazione e si arriva ai veri e propri crimini».

Diretta Web su http://www.amicideltimoneferrara.it
Locandina scaricabile all'indirizzo http://goo.gl/b8PK0 (pdf)

venerdì 26 agosto 2011

Il Foglio: perchè non basta il quoziente familiare per sanare gli squilibri delle famiglie italiane

A proposito di indici di ricchezza, il recente rapporto Istat classifica "..al primo posto i single, al secondo posto le coppie senza figli,al terzo posto le famiglie con figli, tra le quali è povera una famiglia su quattro delle famiglie con più di 5 figli..."
Leggi l'intero articolo del Foglio di giovedì 25 Agosto

lunedì 25 luglio 2011

Libia, Strauss-Kahn e North Dakota

Pubblichiamo questa interessantissima ricostruzione riguardante "l'orrenda guerra di Libia" (come l'ha recentemente definita Antonio Socci in un recente articolo postato anche sul suo blog) ad opera di Giovanni Lazzaretti, del circolo culturale Maritain di San Martino in Rio (Reggio Emilia), di cui abbiamo già pubblicato altro materiale in merito. Il circolo culturale Maritain non è, contrariamente a quanto scritto precedentemente, ufficialmente iscritto tra i circoli Amici del Timone, tuttavia partecipa attivamente da anni alle giornate del Timone in Emilia Romagna organizzate a Modena a fine Settembre.

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Libia, Strauss-Kahn e North Dakota




San Martino in Rio, 19 giugno 2011 – 9 luglio 2011



Quando sento la frase “il popolo libico geme” mi sale il nervoso e mi chiedo cosa sta pensando il mio interlocutore.

Siamo infatti d’accordo che il popolo libico geme: coi ribelli cirenaici appoggiati, finanziati e armati dall’occidente, con la guerra civile in casa, coi bombardamenti della Nato, con la paralisi economica, con la prospettiva di perdere l’autonomia economica e finanziaria, certamente il popolo libico geme.

Ma al 31 dicembre 2010 il popolo libico non gemeva.

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giovedì 14 luglio 2011

Il genocidio dimenticato della Vandea

Nel 222° anniversario della Presa della Bastiglia, evento che è considerato simbolicamente l’inizio della Rivoluzione Francese, riportiamo questo articolo del grande scrittore e apologeta Eugenio Corti, che mostra bene come la Révolution, che aveva come motto Libertè, Égalité, Fraternité, cioè in definitiva ideali cristiani, realizzò in effetti il loro esatto contrario.
Buona lettura

Il martirio dei cattolici vandeani 
di Eugenio Corti


Fedeli a Dio, alla Chiesa e al Re, i cattolici vandeani si oppongono sul finire del XVIII secolo al progetto totalitario della Rivoluzione Francese. E pagano un altissimo prezzo di sangue. Una pagina dimenticata della storia.

In occasione del bicentenario della rivoluzione francese (1989), sono uscite alcune opere obiettive che ci consentono di avere sotto gli occhi ciò che è realmente accaduto in Vandea.

Delle cause che stanno all’origine dell’episodio vandeano, ci imitiamo a ricordare per sommi capi soltanto le maggiori, e cioè: le idee illuministe ispiratrici della rivoluzione francese; l’emanazione da parte dell’autorità rivoluzionaria, nel luglio 1790, della Costituzione Civile del Clero, inaccettabile per i credenti; infine l’esecuzione, nel gennaio 1793, mediante ghigliottina, del re di Francia Luigi XVI, inaccettabile per i patrioti vecchia maniera e per i popolari. Già nel 1792 si erano avuti in molte zone della Francia dei moti popolari. Nel 1793 l’ordine del governo rivoluzionario di una leva di 300.000 uomini ha fatto precipitare la situazione in Vandea. Un gran numero di richiamati si dà alla macchia.

La superficie della Vandea era di circa 10.000 chilometri quadrati, la popolazione di 815.000 abitanti. I ribelli vandeani, uomini valorosi e fin da principio ben organizzati, hanno battuto uno dopo l’altro i reparti dell’esercito repubblicano presenti in loco o inviati da Parigi, e conquistato per intero (cioè liberato) il proprio territorio. Successivamente le forze soverchianti inviate da Parigi hanno rovesciata la situazione. In quei mesi imperversava in Francia il terrore giacobino, con alla testa Robespierre, il quale dominava nella Convenzione, cioè nella suprema direzione rivoluzionaria.

Ottenuta la vittoria, i giacobini non si limitarono a castigare in modo esemplare i vandeani sconfitti: per costoro - esattamente come più tardi per gli avversari del comunismo in Russia, in Cina e altrove, e per gli antinazisti in Germania - non poteva esserci che l’eliminazione, lo sterminio.

E precisamente lo sterminio venne chiesto e ottenuto alfa convenzione di Parigi da alcuni rappresentanti. Venne dato ordine che in contemporanea allo sterminio si asportasse dal territorio tutto l’asportabile (come vedremo, si giunse anche allo sfruttamento dei cadaveri), dopo di che doveva essere bruciato tutto il resto.

Leggiamo nelle istruzioni impartite dal capo dei generali esecutori, Turreau, ai suoi luogotenenti: "Tutti i villaggi, tutti i borghi, le macchie e tutto quanto può essere bruciato, sarà dato alle fiamme".

Stabilito quanto sopra, si è proceduto all’esecuzione con tutti i mezzi allora disponibili.

Tra i sistemi impiegati spiccano per originalità gli annegamenti in serie nel fiume Loira, e i rastrellamenti metodici da parte di grandi colonne armate, che marciando in parallelo attraverso i territori da spopolare hanno provveduto a uccidere tutti coloro che incontravano. Vediamoli in breve

Eliminazioni per annegamento. Poiché la "santa madre ghigliottina è troppo lenta", e "fucilare è troppo lungo" e si consumano polvere e pallottole, si è presa a decisione di metterne un certo numero in grandi battelli, condurli in mezzo al fiume... e là si cola a picco il battello. Questa operazione si fa ogni giorno".

Si procedeva anche, più sommariamente e celermente, col battesimo patriottico", buttando in acqua le vittime a gruppi. "Quelli che scampano sono immediatamente ammazzati a colpi di sciabola" dalle barche circostanti.

Dice il testimone Guillame-François Lahemec: "All’inizio gli individui venivano annegati con i loro abiti, ma in seguito il Comitato (rivoluzionario di Nantes), spinto dall’avidità e dalla raffinatezza della crudeltà, spogliava dei vestiti quelli che voleva. Bisogna anche che vi parli del ’matrimonio repubblicano’, che consisteva nel legare insieme, sotto le ascelle, un giovane e una giovane completamente nudi, e precipitarli così nelle acque". Particolarmente auspicato era il ’matrimonio’ di preti legati a monache, o di individui appartenenti alla stessa famiglia.

Le persone annegate di cui venne preso il nome furono 4.800, ma le vittime complessivamente dovettero essere ben più numerose, se il capo del Comitato Rivoluzionario di Nantes, Carrier si vantava di averne lui solo fatte annegare 2.800 (tra cui, in una sola notte, da quattro a cinquecento bambini sotto quattordici anni).

Le ‘colonne infernali’. In Vandea molto più produttivo di vittime fu però il sistema delle "colonne infernali", costituite da sei grandi formazioni armate che durante quattro mesi, a partire dal 17 gennaio 1794, rastrellarono in parallelo l’una all’altra tutto il territorio, nel quale la popolazione - dopo le sconfitte subite, ma anche in seguito alle solenni promesse di perdono con relative garanzie, fatte dai giacobini vincitori - aveva ormai cessata ogni resistenza.

La consegna degenera e Grignon, capo della prima colonna, ai suoi soldati fu: ’Vi do l’ordine di dare alle fiamme tutto quanto sarà suscettibile di essere bruciato, e di passare a fil di baionetta qualsiasi abitante incontrerete sul vostro passaggio. So che può esserci anche qualche patriota in questo paese: non importa, dobbiamo sacrificare tutto".

L’ufficiale di polizia Gamet, che fa parte della colonna comandata dal generale Turreau, scrive: "Amey fa accendere i forni e quando sono ben caldi vi getta le donne e i bambini. Inizialmente si sono condannate a questo genere di morte le donne briganti" (cioè delle popolazioni insorte) "ma oggi le grida di queste miserabili hanno tanto divertito i soldati e Turreau che hanno voluto continuare. Mancando le femmine dei monarchici, si rivolgono alle spose dei veri patrioti. A nostra conoscenza già Il chirurgo Thomas scrive: "Ho visto centocinquanta soldati maltrattare e violentare donne, ragazzine di quattordici e quindici anni, massacrarle subito dopo e lanciare di baionetta teneri bambini rimasti a fianco delle loro madri giacenti a terra".

Beaudesson, reggente della sussistenza militare, che ha seguito la colonna Bonnaire, riferisce: "La strada da  Vihiers a Chaet era ricoperta di cadaveri, alcuni morti da tre o quattro giorni, e altri appena spirati. Dovunque i campi vicini alla strada maestra erano coperti di vittime sgozzate". Grazie alla presenza di grandi e intricati boschi non pochi sono i sopravvissuti: in certe zone costoro, dopo passaggio dei carnefici, si riunivano nei villaggi devastati a pregare per i morti. A tal fine "tutte le sere hanno luogo adunate popolari per dire il rosario: gli abitanti sono convocati per mezzo di un corno o di una cornamusa".

Sfruttamento dei cadaveri. Siamo tenuti a completare il quadro degli accadimenti in Vandea ricordando lo sfruttamento dei cadaveri. Per esempio della loro pelle: "I cadaveri erano scorticati, si tagliava la pelle al di sotto della cintura, poi lungo ciascuna delle cosce fino alla caviglia, in modo che dopo la sua asportazione i pantaloni si trovavano in parte formati: non restava altro che conciare e cucire".

Si ricavava dai cadaveri anche il grasso: a Clisson il 5 aprile 1794 vennero cotte a tal fine centocinquanta donne: "Facevamo dei buchi per terra per sistemarvi delle caldaie allo scopo di raccogliere tutto quello che colava: avevamo messo al di sopra delle sbarre di ferro, e su queste le donne... poi, ancora al di sopra, vi era il fuoco... Ne mandai dieci barili (del grasso così ricavato) a Nantes".

Ad Angers ci si adopera per fare dei cadaveri un uso ornamentale: le autorità giacobine prescrivono che le teste dei ribelli vandeani siano "tagliate e disseccate per essere poi messe sulle mura". Non però al modo dei selvaggi, bensì utilizzando sussidi della civiltà: "Il laboratorio della scuola di chirurgia di questa città è indicato per fare questo lavoro..

L’inizio della ribellione in Vandea ebbe luogo nella primavera del 1793: le stragi maggiori si ebbero dalla fine del 1793 all’agosto 1794 (Robespierre cadde il 27.7.1794), con strascichi anche negli anni successivi. Secondo i recenti, accurati computi di Reynold Secher, autore de "Il genocidio vandeano (Effedieffe, Milano 1989) dal quale sono tratte tutte le citazioni comprese nel presente saggio, su una popolazione di 815.029 persone le vittime furono 117.257, pari al 14,35 per cento, con punte particolarmente elevate in alcuni cantoni (così Chalet ha perso il 37,39% degli abitanti, Vihiers il 30,55%, Chemillé il 30,30%): la percentuale delle donne fatte perire fu di poco inferiore a quella dei maschi. Tenuto conto che il tempo a disposizione per il massacro è stato di un anno e mezzo, siamo alla stessa media delle vittime in Cambogia, dove in tre anni i comunisti hanno fatto morire circa un terzo della popolazione. Prima di chiudere va ricordato che nel periodo della prevalenza giacobina non ci furono solo le vittime vandeane: nella prefazione al libro di Secher, Pierre Chaunu, dell’Institute de France, dice: "Pensate ai massacri di Lione, Bordeaux, Marsiglia, in diverse zone della ‘chouannerie’ (i territori dei ribelli antirivoluzionari) dell’Ovest, aggiungete la ghigliottina di Parigi, e superate il mezzo milione".

Cronologia

• 12 luglio 1790: viene varata la Costituzione Civile del Clero, con la quale il governo rivoluzionario intende esercitare un controllo diretto su’ clero e creare una Chiesa scismatica.

• 21 gennaio 1793: Luigi XVI, re di Francia, viene decapitato

• Marzo 1193: la Convenzione parigina decreta il reclutamento forzato di 300.000 uomini, da inviare al fronte della guerra che la Francia aveva dichiarato nel 1792 contro il re di Boemia e d’Ungheria.

• 10 e 11 marzo 1793: nell’intera Vandea riecheggia il suono a martello delle campane di tutte le chiese che chiamano gli uomini alla battaglia.

• 13 marzo 1793: nel paese di Le Pen en Mauges i contadini designano Jacques Cathelineau, un venditore ambulante di umili natali, quale loro comandante. Cathelineau per la sua pietà religiosa era denominato "il santo dell’Anjou". Scoppia la guerra. Un pezzo di stoffa bianca sul quale è posto un cuore rosso sormontato da una croce, il Sacro Cuore di Cristo, diventa il simbolo degli insorti. Nasce così l’Armata cattolica e reale.

• 14 luglio 1793: Cathelineau muore a Saint Florent-le-Vieil, in seguito alle ferite riportate durante l’assedio di Nantes, il 29 giugno precedente.

• 23 dicembre 1793: i resti dell’Armata cattolica. che dopo vari successi aveva subito un tracollo, vengono raggiunti dal generale repubblicano Westermann, presso le paludi di Savenay, e orrendamente massacrati.

• 21 gennaio 1794: la Convenzione organizza la repressione definitiva della vandea, dando via alle sei "Colonne Infernali", cioè a spedizioni militari punitive le quali, comandate dai vari generali alle dipendenze di Louis-Marie Turreau, trasformano la Vandea in un "cimitero nazionale". Lo storico Reynald Secher ha definito il massacro vandeano come un vero e proprio "genocidio", in quanto azione premeditata e scientificamente realizzata: ne ha recuperato le prove documentarie, gli ordini di sterminio inviati a Parigi 8e conservati negli archivi storici militari francesi) nonché gli elenchi delle vittime nei registri parrocchiali. I mandanti: la Convenzione e Massimiliano Robespierre in persona.

Bilancio: anni di guerra e guerriglia spietata, 21 battaglie campali, 200 prese e riprese di villaggi e città, 700 scontri locali, circa 120.000 morti, la Vandea completamente devastata.
 
da "Il Timone" n. 13, Maggio/Giugno 2001
 
Bibliografia

Reynald Secher, Il genocidio vandeano, Effedieffe, Milano 1991.
Graccus Babeuf, La guerra di Vandea e il sistema di Spopolamento, Effedieffe, Milano 1989.
Pierre Gaxotte, La rivoluzione francese, Mondadori, Milano 1989.
Jean Dumont, I falsi miti della Rivoluzione Francese, Effedieffe, Milano 1989.

domenica 10 luglio 2011

Sito sul post-aborto segnalato dal Timone

Nel numero di luglio il Timone segnala tra gli altri un sito sul post-aborto curato da uno dei nostri soci, Giovanni Corbelli. Il sito raccoglie diverse testimonianze delle sofferenze di tante donne dopo un aborto volontario, sofferenza spesso negata da chi presenta l’aborto come un diritto ed una scelta di libertà. Chi volesse visitarlo troverà il sito all’indirizzo www.postaborto.it.

martedì 28 giugno 2011

Adorazione eucaristica per l'anniversario dell'ordinazione sacerdotale del Santo Padre

Domani mercoledì 29 giugno dalle ore 21.00 alle ore 22.00 presso la chiesa di Santo Spirito ci troveremo per partecipare all'ora di Adorazione Eucaristica che tutte le parrocchie sono invitate a dedicare per il Santo Padre. Infatti proprio domani ricorre il sessantesimo anniversario dell'ordinazione di Benedetto XVI, essendo diventato sacerdote il 29 giugno 1951 nel Duomo di Frisinga all'età di 24 anni, assieme a suo fratello Georg. E' un modo anche per stringerci attorno al Papa in un momento in cui l'attacco al cattolicesimo sta conoscendo nei nostri ambienti livelli sempre più preoccupanti.
Siete tutti invitati.

venerdì 24 giugno 2011

Neanche un centesimo all'edicola della stazione

Non c'è limite allo squallore che ha raggiunto l'edicola della stazione ferroviaria di Ferrara, che mette in bella vista nella sala d'aspetto la locandina a caratteri cubitali di una becera rivista satirica, che nel numero attuale colpisce duro le parrocchie. Mesi fa, il bersaglio era Gesù Cristo stesso, seppur velatamente, sfiorando la bestemmia in luogo pubblico. Ora sono le Parrocchie,sempre sul tema della pedofilia,e in modo chiaro,diretto,volgare. Ovviamente contro Maometto o l'Islam mai una parola. Abbiamo protestato con l'edicolante,dicendo che la locandina é offensiva per la religione cattolica. Lei quindi ha ammesso di non avere obblighi contrattuali di esposizione con la rivista, ma si è rifiutata di toglierla. Proseguiremo la protesta, vedremo in quali modi.Intanto, non lasciamogli neanche un centesimo, ben vengano idee per togliere le offese alla nostra religione dai luoghi pubblici più frequentati della città.

domenica 19 giugno 2011

Libri per l'estate

Se non lo conoscete ( effettivamente non viene citato molto) ve lo consigliamo vivamente: "La storia della rivolta di Pugacev " di Aleksndr Puskin (1799,1837). Nonostante il breve racconto sia datato 1833, conserva una tensione narrativa impressionante che non può lasciare indifferente il lettore contemporaneo. E' la ricostruzione storica di una violenta rivolta scoppiata nel 1771 nei territori degli Zar a confine con l'impero Ottomano,inizialmemte sottovalutata da Mosca. La contro-rivoluzione venne militarmente condotta in modi diversi dai vari generali di volta in volta inviati nella zona, e uno solo , da vero eroe, riuscì nell' impresa. Un toccasana per questi tempi,un vero ricostituente.Buona lettura! Aleksandr Puskin, Racconti, Garzanti.

sabato 11 giugno 2011

La Libia e la cultura del quiz

Interessante commento sul numero di Maggio della rivista "Aereonautica e Difesa" a proposito della guerra in Libia: dopo aver ricordato che "come diceva il barone Von Clausterwitz quando si và in guerra bisogna aver chiaro quale sia l' obiettivo politico da seguire" ne consegue che " andare in guerra senza avere un preciso obiettivo politico é il modo piu' sicuro per perderla." E non essendo chiara la natura dei ribelli libici, anzi, essendosi macchiati di crimini contro i civili come stupri e uso do bimbi in guerra risulta evidente la strana impressione di improvvisazione che avvolge l'operato della NATO e delle nazioni che hanno partecipato, tra cui l Italia che HA GIA' SGANCIATO CIRCA 200 TRA BOMBE E MISSILI (!) . La triste ma saggia conclusione della rivista é che "purtroppo quella che qualcuno ha chiamato la cultura del quiz porta sempre più frequentemente e in tutti i campi ad operare solo con visioni di breve periodo:l'importante é fare qualcosa, tanto non toccherà a noi rimediare alle conseguenze di queste azioni".

martedì 7 giugno 2011

Epilogo Libia

Così scrive in una lettera sulla Libia Giovanni Lazzaretti, del centro culturale "Maritain" di S.Martino in Rio (Reggio Emilia), pubblicata da "La Libertà", da "L'Informazione" e da qualche sito.
Il centro culturale "Maritain" fa parte dei centri culturali Amici del Timone.


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San Martino in Rio, 28 maggio 2011

Caro Direttore,
le racconto una storia bella e triste.
Fino al 2007 le telecomunicazioni di qualunque tipo in Africa costavano una follia: 500 milioni di dollari che l’Africa pagava ad operatori stranieri per l’uso dei satelliti. Dollari che l’Africa non aveva, e che andavano a incrementare il debito già impagabile dei vari stati.
La cosa paradossale è che un satellite costa 400 milioni di dollari: 400 milioni da pagare una sola volta, a fronte di 500 milioni da pagare ogni anno (1). Ma i 400 milioni nessuna banca li finanziava, o li finanziava a tassi da usuraio.
Un industriale italiano viene a conoscenza della vicenda e fa un gesto speciale: mette sul tavolo 300 milioni di dollari. 50 milioni li aggiunge la Banca africana di sviluppo, 27 milioni la Banca di sviluppo dell’Africa dell’Ovest. Il satellite RQ1 viene realizzato e lanciato il 26 dicembre 2007. Rivelerà dei problemi tecnici, ma ormai il via è stato dato: arriva nuova tecnologia cinese e russa, partono satelliti di Nigeria, Sud Africa, Angola e Algeria. E il 4 agosto 2010 parte il secondo satellite africano RQ1R (2)
L’Africa si è quindi affrancata da questa poco nota colonizzazione delle telecomunicazioni. E lo schivo industriale italiano, quando il suo nome sarà noto al grande pubblico, verrà certamente lodato e sarà citato come esempio dalla società civile e dalla Chiesa.
Storia bella. Ma perché anche storia triste? Perché l’industriale italiano non esiste. I 300 milioni di dollari li aveva messi Gheddafi. E anche nel secondo satellite il Libya Africa Investment Portfolio ci aveva messo il 63%. Lungi da essere citato come esempio, Gheddafi viene citato da pazzo e criminale. E bombardato.
Gli hanno anche congelato i beni, come se fosse il suo “tesoretto” di famiglia. 30 miliardi di dollari della Banca Centrale Libica (di proprietà dello Stato), che dovevano servire alla creazione di tre organismi africani: Banca africana d’investimento (a Sirte, Libia), Fondo monetario africano (Yaoundè, Camerun), Banca centrale africana (Abuja, Nigeria). Insomma, tutto ciò che serviva per rendere l’Africa finanziariamente autonoma.
I soldi “congelati” che fine faranno? Beh, nessuno li ruberà. Si aspetta solo che la benefica coalizione euro-americana vada a “finire il lavoro” (ormai non hanno più pudore neanche nel linguaggio), dopo di che la Banca Centrale Libica (di proprietà dello Stato) non esisterà più, e i beni congelati saranno “restituiti” alla nuova Banca Centrale di Benghazi (di proprietà della finanza internazionale), appositamente costituita dai “ribelli cirenaici”. Da qui i miliardi di dollari evaporeranno nella finanza globale.
L’inganno mediatico che ci ha paralizzato il cervello mi stupisce sempre di più. E mi stupisce anche il silenzio del mondo missionario. Sono abbonato a Nigrizia da 25 anni e ricordo bene alcune delle grandi battaglie: nel 2000 la remissione del debito, nel 2003 le bandiere della pace contro la guerra all’Iraq (3), l’insistenza continua sulla scarsità degli aiuti occidentali allo sviluppo dell’Africa, la campagna contro le “banche armate” (banche che finanziano il commercio di armi).
Ora qui abbiamo un leader che si è proposto come efficiente motore dell’Africa: ha dato lavoro e benessere al suo popolo, e si è dato da fare per il continente. Non “remissione del debito”, ma autonomia finanziaria e prestiti a tasso zero o irrisorio. Non “aiuti occidentali”, ma sviluppo autonomo africano. E questo progetto geniale e già ben concretizzato viene distrutto dall’occidente con una guerra di aggressione, senza “bandiere della pace”, nel silenzio di tutti, anche del mondo missionario.
Perché questo silenzio? Non so darmi una risposta.
Forse perché Gheddafi è mussulmano? Si pensava che l’aiuto all’Africa potesse venire solo da una spinta cristiana?
Forse perché Gheddafi è un dittatore? Si pensava che l’aiuto all’Africa potesse venire solo dalle democrazie?
Forse perché Gheddafi è pazzo? Si pensava che una sana costruzione economico – finanziaria potesse venire solo da gente in giacca e cravatta?
No, una sana costruzione economico – finanziaria può venire solo da qualcuno che sia un po’ pazzo, ossia in grado di buttare a mare tutti i luoghi comuni e ripensare le cose da zero.
- L’emissione di denaro deve essere sotto il controllo statale e non bancario.
- E’ il lavoro che genera ricchezza, non la finanza. La finanza deve essere a servizio del lavoro.
- Se hai dei disoccupati, inizia a costruire delle opere pubbliche (4), fino a realizzare la piena occupazione; pagherai il tutto con un po’ di inflazione, ma estremamente più bassa di ciò che prevederebbero le teorie economiche in voga.
- Lo Stato non può licenziare i suoi cittadini. O li farà lavorare, o se li troverà come indigenti da mantenere. O da far emigrare in Europa.
- Eccetera.
Gheddafi e il suo contorno di teste pensanti avevano realizzato tutto questo. Forse quando arriverà questa lettera gli amici in giacca e cravatta (quelli che giocano così bene a ping-pong a Londra) avranno già “finito il lavoro”.
Nella nostra chiesa si recita spesso la preghiera “per i paesi tormentati dalla guerra”. Preghiera giusta, ma sembra quasi passata l’idea che la guerra sia una specie di virus endemico, presente in certe zone e non in altre. In questo periodo sarebbe giusto pregare “perché l’Italia cessi immediatamente ogni partecipazione ai bombardamenti sulla Libia”.
Da parte mia dirò un’Ave Maria quotidiana per Gheddafi e per la Libia: che altro posso fare per dissociarmi dalle azioni belliche del mio paese?
Ieri c’era la TV accesa e mi è capitato di vedere Napolitano che parlava sapientemente a una platea di delegati africani a Roma in occasione della Giornata dell’Africa. “[…] Siamo a fianco dell’Africa […] per combattere le malattie, per diffondere l’istruzione, [per] ridurre la povertà”. Nobili parole. Si è dimenticato di aggiungere il passaggio finale: “…e quando finalmente ce l’avrete fatta, verremo a bombardarvi”. Eh già. Si è dimenticato Napolitano che in Libia le malattie erano vinte, l’istruzione era gratuita e diffusa, e la povertà era diventata benessere?
Mi piacerebbe poter chiudere dicendo che questa vicenda libica è la Caporetto dell’intera informazione occidentale. Purtroppo non è così. E’ stata la Caporetto della verità, ma il sistema dell’informazione, uniformato a un pensiero unico come mai si era visto in passato, rimarrà lì, intatto e soddisfatto. Anche i giornali infatti hanno ben collaborato a “finire il lavoro”.
“Ma se non si può fare nulla, perché continui a perdere il sonno e ad arrabattarti con queste questioni?”.
Perché per un cattolico dire la verità è un obbligo, non è facoltativo. Parafrasando don Milani, “se non salveremo la Libia, ci salveremo almeno l’anima”. (5)
Un caro saluto
Giovanni Lazzaretti

NOTE
1) Luca Rolandi, La Stampa, 20/12/2007
2) Stavolta hanno preteso che il costruttore Thales-Alenia Space partecipasse al finanziamento con il 12%, così si spera che abbia curato al massimo la tecnologia.
3) Di questa campagna condividevo solo l’obiettivo finale, fermare la guerra all’Iraq. Non condividevo per niente la motivazione di fondo, ossia lo slogan “Pace senza se e senza ma”. Che questo slogan fosse privo di ogni consistenza lo si è costatato in occasione dell’attuale guerra alla Libia.
4) “E i soldi per le opere pubbliche dove si prendono?”. Emettendo denaro di Stato. Il problema non esiste quando la banca centrale è statale, lo Stato ha un po’ di risorse naturali e la gente ha voglia di lavorare. “Dire che uno Stato non può conseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire una strada per mancanza di chilometri”.
5) Compito per casa. Perché Strauss-Kahn è stato incastrato proprio in questo periodo? Che relazione c’è tra la sua vicenda e l’attacco alla Libia? Troverete facilmente la soluzione su Internet.

lunedì 6 giugno 2011

Libia: perchè sta accadendo tutto questo?

Cari amici,
torniamo ancora una volta sulla guerra di Libia, che continua a passare sotto un sostanziale
silenzio nonostante i bollettini di guerra rimangano invariati rispetto alle fasi iniziali (più di 100
missioni giornaliere, in media 50 lanci di bombe/missili aria-terra, dati reperibili da più fonti).
Ciò stupisce e non poco; a mantenere i riflettori accesi sono soprattutto alcune riviste specializzate
in questioni militari (ultimo numero di Aereonautica e difesa, per esempio, oppure l'ottimo
Analisi e difesa edito a San Giovanni in Persiceto da Gian Andrea Gaiani) oltre alle poco note
al grande pubblico agenzie missionarie cristiane e alle più note agenzie di volontariato pacifiste (Emergency)
che esprimono chiaramente il loro dissenso ma senza i microfoni di
qualche anno fa,ed infini sparuti gruppi riferibili ad aree di estrema sinistra.
A Poggio Renatico è situata una base aereonautica Nato che , da B.O.C. degli anni novanta
(cioè base di comando per la zona Italiana del centro Nord) è stata promossa, a seguito
delle ristrutturazioni avvenute dopo la guerra fredda, negli anni '90 a sede del comando Aereonautico per il controllo dello
spazio areo della Nato prima per l'Italia e l'europa dell'est poi esteso a tutto il mediterraneo, dall'oceano atlantico
al Danubio.
In pratica, a Poggio Renatico arrivano i dati di tutte le stazioni radar del Mediterraneo, che serviranno poi
al comando Nato di Napoli per dirigere le operazioni aeree.
Abbiamo qualche motivo di sentirci in qualche modo coinvolti, quindi.

Ieri Avvenire pubblicava le esemplari parole del Vescovo di Tripoli mons Martinelli:
"Ci siamo uniti per deplorare l'accaduto ma soprattutto per pregare, perchè la violenza si plachi. In tutti noi resta però la domanda: perchè sta accadendo tutto questo? Siamo rimasti esterrefatti dall'incapacità della diplomazia internazionale e, forse, dal suo pregiudizio che rende impossibile il dialogo con la dirigenza di Tripoli"
Ci piacerebbe che queste parole venissero amplificate da tutti i media, cattolici almeno.
Noi facciamo e faremo la nostra parte.

venerdì 27 maggio 2011

La Voce diocesana pubblica un articolo su conferenza Costanza Miriano

Il settimanale diocesano di Ferrara Comacchio ha pubblicato nel numero del 27 Maggio un articolo con foto riguardante la conferenza di Costanza Miriano del 6 Maggio scorso.


martedì 10 maggio 2011

Conferenza di Costanza Miriano - guarda e ascolta

Ringraziamo ancora Costanza Miriano che ha avuto parole di grande amicizia e gentilezza nei nostri confronti (leggi il suo post).

È possibile scaricare l’audio della conferenza a questo link oppure ascoltarla utilizzando il lettore audio qui sotto. Più oltre i video della conferenza.








lunedì 9 maggio 2011

Conferenza di Costanza Miriano: un bell'evento

La conferenza di Costanza Miriano di Venerdì 6 Maggio è stata una bella prova di come si possano presentare e discutere temi forti (fortissimi) con toni distesi, simpatici e anche con una notevole dose di humor.
L'evento è stato trasmesso in via sperimentale in diretta Web ma la notizia della trasmissione è stata data solo pochi minuti prima. Tuttavia, con un sincronismo davvero apprezzabile, la notizia è stata diffusa attraverso il sito della giornalista e ha raggiunto un centinaio di "telespettatori" che hanno seguito da tutta Italia la serata trasmessa dal Teatro di Santo Spirito e hanno commentato in diretta direttamente sul blog di Costanza:

http://costanzamiriano.wordpress.com/2011/05/06/diretta-da-ferrara/

Costanza si è rivelata una persona, se possibile, ancor più gradevole e spiritosa di quanto si evinca dal blog e dal libro, e con grande gentilezza ci ha ringraziati pubblicamente sul suo blog. Va da sè che la riconoscenza e la gratitudine sono più che contraccambiate!

Presto disponibili qui audio e parti video.

venerdì 15 aprile 2011

Conferenza di Costanza Miriano, venerdì 6 maggio


“Sposati e sii sottomessa”, questo il titolo del libro di Costanza Miriano che verrà presentato il prossimo 6 maggio presso il cinema-teatro Santo Spirito.

Ci sono ruoli che non si discutono, pena l’infelicità familiare e l’insoddisfazione personale. Parola di moglie felice, realizzata… sottomessa!
Anche una casalinga sinceramente non impeccabile, che si riduce a scongelare le fettine sotto le ascelle perché è tardi e i quattro figli devono cenare con qualcosa che non siano rotelle di liquirizia, può essere una buona moglie. L’importante è che permetta al marito di fare il padre, che gli dia autorità, che gli restituisca il posto da più parti messo in discussione, quello di capofamiglia: insomma che sia sottomessa, in modo creativo e felice. Questo libro è per le donne che soffrono in cerca della loro identità, per gli uomini che se ne devono riappropriare, per i figli che hanno bisogno di figure solide. «Spose siate sottomesse ai vostri mariti» è l’invito di san Paolo nella Lettera agli Efesini, e questa raccolta di lettere ad amiche in difficoltà racconta l’idea cristiana della donna e del matrimonio senza ammorbare troppo, con tono leggero e contenuti forti, ricordando che anche la sfumatura dello smalto è importante, nel tentativo di togliere ai cristiani quel sentore di camicetta sintetica, di chitarrina scordata che ormai da troppo tempo li accompagna.

Costanza Miriano è giornalista del TG3, e vi consigliamo di tenere d’occhio il suo blog, interessante e... umoristico! http://costanzamiriano.wordpress.com/

Scarica il PDF della locandina cliccando qui


venerdì 1 aprile 2011

Conferenza di Massimo Viglione – ascolta la conferenza


La conferenza è stata davvero molto interessante. Attraverso internet possiamo condividerla con tutti voi: puoi ascoltare la registrazione audio della conferenza attraverso il lettore multimediale qui sotto.
Oppure la puoi scaricare cliccando questo link.


Introduzione di padre Immacolato FI e del dottor Enrico Pinamonti degli Amici del Timone di Ferrara.



Introduzione dello storico Renato Cirelli.



Per approfondire:
1861
LE DUE ITALIE
Identità nazionale, unificazione,
guerra civile



venerdì 4 marzo 2011

Conferenza di padre Raffaele Talmelli, 4 marzo 2011



Ascolta la registrazione audio della conferenza oppure scaricala



Scarica la dispensa di padre Raffaele Talmelli sull’argomento

Introduzione di Padre Immacolato



Giulio Melloni, presidente degli Amici del Timone di Ferrara, parla de Il Timone e dell’Apologetica Cattolica.



Il prof. Giovanni Corbelli, degli Amici del Timone di Ferrara, introduce il tema della serata.



Per approfondire: "Ecco, vedo i cieli aperti" di padre Raffaele Talmelli



Articolo di Federica Achilli sul Carlino Ferrara del 10 marzo (click per ingrandire).